da Iskenderun, Sabato 4 marzo 2023 da P.Antuan Ilgit

Vicario Generale del Vicariato Apostolico dell’Anatolia

Se anche ormai se ne parla poco il terremoto e la devastazione che ha provocato non è alle spalle. Gli edifici sono ancora per terra, vengono ancora recuperati dei “corpi” dalle macerie, le strade sono tuttora spaccate, l’acqua che ha iniziato a scorrere nei tubi non è potabile ed è molto debole…

Tuttavia la gente vuole rialzarsi e portare avanti la vita! Tra la folla che ci circonda, nella nostra comunità, ci sono dei ragazzi e delle ragazze che vivono tutto in un’altra dimensione. Alcuni come non se ne rendessero conto di quello che è successo, alcuni spaventati al massimo non vogliono mettere il piede negli edifici, alcuni giocano a pallone, alcuni invece rimangono in silenzio.

Il nostro direttore della Caritas Anatolia, John che con un gruppo di volontari sta portando avanti un lavoro enorme, questa volta assieme ad Agi, la nostra “formica prodigiosa” e Focolarina, a Ilyas e sua moglie Helga ha messo su una scuola mattutina in tenda. Ovviamente non per sostituire la vera scuola che non sappiamo quando riprenderà ma per tenere impegnati e in allenamento i nostri ragazzi. Si insegna inglese, italiano, matematica, si fanno disegni e altro. Ci sono degli insegnanti di professione come Burçin e un pugno di volontari.
Potete vedere Agi che insegna italiano e il grande Santos della Caritas Istanbul che insegna inglese.
Ringraziamo chi ci ha procurato le tende, chi altri materiali scolastici.

Poi ieri abbiamo pregato insieme nel nostro cortile tra le nostre tende la Via Crucis, organizzata dai nostri ragazzi. Condivido con voi alcune foto.
Ora vado a celebrare la S. Messa con loro affidando la settimana che viene alla Santa Madre celeste che ci sostiene.
Continuate a portarci nelle vostre preghiere, noi lo facciamo! Dio vi benedica.

p. Antuan sj

da ANTIOCHIA, Giovedì 23 febbraio 2023

Mons.Paolo Bizzeti è tornato in Tuchia :

“Antiochia sull’Oronte, culla del Cristianesimo, è una città fantasma, presidiata dai soldati. La rimozione dei milioni di tonnellate di macerie richiederà anni…”

ISKENDERUN

Messaggio del 7 Febbraio 2023 da P.Antuan Ilgit

Vicario Generale del Vicariato Apostolico dell’Anatolia

 

ISKENDERUN, in greco antico ALESSANDRETTA, è la città portuale che si affaccia sul mediterraneo vicino al confine siriano.

E’ li che vive Padre Antuan e che scrive a un gruppo di amici tra i quali la nostra suor Raffaella Martelozzo missionaria per 9 anni (fino al 2010), proprio in quei territori maggiormente colpiti dal terremoto di magnitudo 7.8 che si è abbattuto nel sud est della Turchia e a nord della Siria.

Con le suore e i primi rifugiati presso le loro strutture ancora rimaste in piedi, dopo la messa corre a cercare aiuti, manca l’acqua potabile, manca il gas per cucinare un pasto caldo, una zuppa da mettere insieme con quel poco rimasto e recuperato sotto le macerie, che protegga dal freddo.

Corre padre Antuan per raggiungere l’unico posto dove c’è campo e col suo cellulare comunica con gli amici e coordina gli aiuti.

(Devo ammettere: “è bello essere connesso a una “rete” di amici quando si affrontano delle situazioni che ti superano! La rete che diventa il Corpo!”).

Ha contattato il Sottoprefetto della città per chiedere acqua potabile e viveri di prima necessità che prontamente dopo qualche ora erano disponibili.

Con un volontario italiano sono andati a ritirarli e li hanno insieme distribuiti.

(“Al nostro rientro all’episcopio vedere i sorrisi della gente è indicibile”).

Le varie comunità cristiane del Vicariato si stanno facendo in quattro per aiutare. (“Dalle poche gocce abbiamo avuto un mare”).

(“Beh, poi i nostri bagni erano pieni, ed erano inutilizzabili. Sapete cosa hanno fatto le nostre brave suore? Sono andate a raccogliere l’acqua del mare, arrivata sulle strade a causa dell’effetto tsunami, per pulire i bagni e renderli nuovamente accessibili. Sono delle suore contemplative!!!”).

Tutti lavorano per portare aiuto, conforto, una parola di consolazione.

Il vescovo Paolo Bizzeti in questo periodo in Italia è al lavoro per incanalare nel migliore dei modi gli aiuti che stanno arrivando anche dal nostro paese attraverso le varie associazioni e/o privati sensibili a quanto accaduto.

Padre Antuan con rammarico dice che c’è ancora tanta gente sotto le macerie!

In alcuni posti hanno appena iniziato a scavare!

Tra le vittime anche il pastore protestante e sua moglie.

Ci parla di un grande e devastante incendio al porto che non si riesce a spegnere!

L’elettricità sta tornando solo in alcune parti del quartiere ma, loro sono ancora al buio. La Cattedrale non c’è più e crollando ha sepolto tutto l’impianto elettrico.

(“Nel nostro cortile preghiamo il Rosario bisbigliando, si può anche senza elettricità”).

Altri aiuti giungono anche dal Vicariato Apostolico d’Istanbul.

(“È così che Dio si fa presente in mezzo a noi… bisogna cercarlo e trovarlo in tutte le cose! Non siamo da soli, e il domani sarà meglio dell’oggi”).

Conclude così il suo messaggio agli amici Padre Antuan.

Chiunque voglia inviare un aiuto per la popolazione dell’Anatolia può farlo attraverso Fondazione Meulì.

GRAZIE DI CUORE!!

ISKENDERUN

Messaggio del 8 Febbraio 2023 da P.Antuan Ilgit

Vicario Generale del Vicariato Apostolico dell’Anatolia

Sono di nuovo davanti alla Sottoprefettura e aspetto di collegarmi alla rete.

Mentre scarico i messaggi comincia una processione di camion che portano i corpi estratti dalle macerie, alcuni sono nelle bare, altri coperti con lenzuola, altri senza.

Il cielo si riempie di elicotteri, alcuni stanno ancora portando dell’acqua per spegnere l’incendio al porto, altri penso che portino gli aiuti internazionali.

Ho incontrato un gruppo di soccorritori asiatici e spagnoli.

È il terzo giorno dopo il terremoto e finalmente arrivano gli aiuti, almeno alcuni.

Mi avvio verso i quartieri dove ci sono tanti palazzi crollati, in uno c’è una famiglia cristiana. Incontro uno dei nostri parrocchiani, un uomo povero che vive da solo, mi chiede di benedirlo e mi da 5 pani turchi (pide) da dare agli “altri”. Non li voglio prendere, insiste, lo invito all’episcopio.

Da Mersin arriva p.Roshan con un camion pieno di viveri e acqua, prendiamo il necessario, condivideremo con gli amici armeni, il resto parte per Antiochia.

Antiochia è interamente distrutta! Qualcuno dice: “Padre, rispetto ad Antiochia, Iskenderun è un paradiso!”

John, il direttore della Caritas Anatolia è di nuovo con noi e si fa in quattro per distribuire gli aiuti. Nel frattempo quelli che si erano rifugiati da noi partono per altre città ma, al loro posto ne arrivano altri.

Celebro la Messa ma……quanto è difficile dire qualche parola di consolazione a chi ha perso tutto! Leggiamo la creazione e Dio continua a creare!

Non siamo soli. Tante diocesi italiane, amici preti campani, emiliani, spagnoli, ungheresi, americani, amici israeliani chiamano dicendo che ci aiuteranno.

La Compagnia di Gesù, il P. Generale, il Provinciale italiano, il Presidente dei Provinciali europei direttamente o indirettamente si fanno vivi.

Ritorno alla Cattedrale che non c’è più, ricontrollo il telo con cui avevamo cercato di coprire l’altare di marmo antico, guardando alla Madonna che sta sempre in piedi mi dico: “Qui celebreremo di nuovo e presto!”.

ISKENDERUN

Messaggio del 13 Febbraio 2023 da P.Antuan Ilgit

Vicario Generale del Vicariato Apostolico dell’Anatolia

Buongiorno, carissimi.

È lunedì ed è già passata un’intera settimana. E noi non ci siamo ancora abituati alla situazione! E sicuramente ne passeremo tante altre in questa situazione.

Tuttavia, continuamente ringraziamo il Signore per il dono della vita e della salute. Non siamo soli, qui ci aiutiamo e ci consoliamo fraternamente.

Ho appena fatto un giro fuori, sul lungo mare. Era da giorni che non potevamo andarci, perché l’acqua del mare aveva coperto le strade; ora, invece, l’acqua si è ritirata lasciando solo sabbia sulle strade.

I palazzi gloriosi di una volta non ci sono più (qui in Turchia abbiamo la mania di costruire palazzi alti, con i piani messi l’uno sull’altro, come scatolette di fiammiferi); le infrastrutture sono distrutte (ci vorranno anni per risistemare i tubi che portano l’acqua); la gente vive nelle tende o all’aperto, davanti ai propri palazzi crollati, aspettando i loro cari, perché si sta ancora scavando… e ci vorrà del tempo per scendere dai pieni alti fin giù… settimo piano, sesto piano, quinto piano… Poi ci sono quelli che aspettano davanti ai loro negozi, perché sono spuntate delle specie di squadre di uomini che rubano (in italiano si dice “sciacallaggio”, vero?).

Quando c’è stato il terremoto, il nostro vescovo si trovava in Italia. gli ho suggerito di rimanere per un po’ di tempo in Italia, anche perché in quel momento lui poteva fare davvero molto più in Italia che qui a Iskenderun. E tuttora è così.

So infatti che sta incontrando tanti di voi, sta facendo degli incontri per sensibilizzare la gente, parrocchie, organizzazioni e istituzioni varie. Abbiamo recuperato dalle macerie la borsa in cui c’era il suo pastorale e la sua mitra, e lo aspettiamo, quando sarà possibile, per continuare a servire insieme i cristiani di Anatolia, per quanto ancora il Signore vorrà.

Affidiamo il nostro vescovo Paolo e tutti noi all’intercessione della Madonna e dell’Apostolo Paolo di Tarso, affinché il Signore ci custodisca nel suo amore e ci rafforzi nel suo servizio.

Padre Antuan sj

 

 

FOTO DAI FRATI CAPPUCCINI DI ANTAKYA E MERSIN CHE HANNO ACCOLTO NELLE LORO STRUTTURE LA POVERA GENTE RIMASTA SENZA PIU’ NULLA.