FONDO SANITA’

ABBICI’ DI MEULI’

SETTORE INTERVENTO:  SANITA’

Bartolomea Capitanio, la Meuli’, da cui abbiamo preso il nome, agli inizi del 1800 per rispondere alle esigenze educative del suo paese e del suo tempo, prese “la patente di maestra”.

Come ogni maestra sa bene, per il progresso degli alunni occorre partire dai fondamentali, da quello che definiamo l’abbicci.

L’abbicci di Meuli’ richiama la nostra attenzione  su quei valori che rispecchiano alcuni dei diritti umani di base di ogni persona: vita, salute , istruzione.

Siamo fortemente convinti e consapevoli che  assicurando  il pane quotidiano, la possibilità di curarsi e l’opportunità d’ istruirsi, ciascun essere umano può vivere la propria  vita in maniera dignitosa .

Tutto il mondo ha dovuto e sta facendo fronte alla pandemia di Covid19.

Purtroppo oltre al virus bisogna fare i conti anche con le conseguenze economiche e sociali delle misure messe in atto come i prolungati lockdown che, se da una parte hanno funzionato, su altri fronti hanno purtroppo creato dei danni severi.

Nei paesi del terzo mondo dove già esiste un’economia precaria, di sussistenza, di esportazione, possiamo solo immaginare cosa abbia significato più di 1 anno di stallo.

Sono ormai quotidiane le richieste di aiuto che ci giungono dalle terre di missione per i bisogni primari: cibo, medicine, cure sanitarie, in seguito all’ulteriore impoverimento della gente a causa della perdita del lavoro, dell’impossibilità di muoversi per i loro quotidiani scambi commerciali e/o per recarsi presso ambulatori ed ospedali.

L’impossibilità ad accedere ai servizi sanitari per lungo tempo ha inoltre acutizzato malattie che avevano fatto passi avanti nella cura e nella prevenzione: terapie antivirali per l’HIV, cure per la tubercolosi, controlli di routine in gravidanza, screening dei tumori.

In alcune parti del mondo le strutture sanitarie sono inadeguate o addirittura inesistenti. Quelle presenti e funzionanti il più delle volte sono private e dunque costose: curarsi è un “lusso”.

Si aggiunge inoltre la mancata informazione sulle malattie, la difficoltà a raggiungere una clinica o l’ospedale per le grandi distanze, con il risultato che ancora ai nostri giorni si muore in percentuali altissime di parto, per una ferita infetta, una bronchite, una qualsiasi patologia normalmente curabile ma che in queste realtà troppo spesso non viene riconosciuta e/o diagnosticata in tempo o in maniera corretta.

Molte suore sono infermiere, ostetriche e anche medici, gestiscono cliniche, ambulatori, scuole per disabili, lebbrosari e ospedali dove ricoprono ruoli fondamentali e di responsabilità.

I bisogni di queste strutture sono innumerevoli: materiale di prima necessità usato quotidianamente per la pulizia generale, la sterilizzazione, gli interventi ambulatoriali, le stesse medicine, ad attrezzature più importanti come ecografi, incubatrici ecc…fino ad interventi per ristrutturazioni o costruzioni di aree specifiche.

E’ indispensabile inoltre promuovere corsi di formazione per il personale e di informazione per i pazienti. Gli aiuti del governo locale non sempre ci sono o se presenti purtroppo non sono sufficienti.