ETIOPIA, Fullasa

 PROGETTO K028 – SETTORE DI INTERVENTO: SANITA’

LUOGO DI INTERVENTO E CONTESTO:

L’Etiopia, ufficialmente denominata Repubblica federale democratica dell’Etiopia è uno Stato situato nel  Corno d’Africa con una popolazione di 102,3 milioni di abitanti e capitale Addis Abeba.

Priva di sbocchi sul mare, occupa una superficie totale di 1 100 000 chilometri quadrati. E’ un paese dotato di una grande biodiversità: dai deserti lungo il confine orientale, alle foreste tropicali del sud, ad ampie zone afromontane, nelle parti settentrionali e del sud-ovest.

La popolazione etiope è formata da più di 80 gruppi etnici, si parlano novanta lingue diverse. L’inglese è la lingua straniera più parlata e viene insegnata in tutte le scuole secondarie. L’amarico è la lingua di insegnamento della scuola primaria, ma è stato sostituito in molte aree con l’oromiffa, il tigrino ed il somalo.

L’Etiopia ha stretti legami storici con tutte e tre le principali religioni abramitiche del mondo: ebraismo, cristianesimo e islam. Nel IV secolo, la regione è stata una delle prime al mondo ad adottare ufficialmente il cristianesimo come religione di Stato.

L’economia etiope è fortemente dipendente dai proventi del settore agricolo e gran parte degli scambi commerciali avviene a livello locale, con una limitatissima presenza sul mercato mondiale. L’agricoltura e l’allevamento, praticati con modalità fortemente arretrate dal 78% della popolazione attiva, sono le forme di attività economica più diffuse.

Grandi fattorie commerciali, molte delle quali gestite dal governo, forniscono, sia per esportazione sia per consumo interno: caffè (la coltura largamente più importante, che impiega circa un quarto della popolazione), cotone, tabacco, zucchero, frutta, verdura, cereali, ma la siccità, cui negli ultimi anni si sono aggiunti i disagi causati dalla guerra civile, ha spesso costretto il paese a importare prodotti alimentari di base.

Sebbene esista un gran numero di giacimenti minerari, gli spessi strati di lava vulcanica rendono assai arduo il processo di estrazione, per questo  motivo la stessa produzione industriale si basa principalmente sulla lavorazione di prodotti alimentari e sul settore tessile, del tutto dipendenti dall’agricoltura.

Uno sviluppo rapido sarebbe impensabile senza l’apporto di capitali stranieri, che ancora rappresentano tra il 50% e il 60% dell’intero bilancio nazionale. In particolare è la Cina, anche più di USA o UE, ad essersi affermata come principale partner commerciale dell’Etiopia.

Il PIL infatti ha conosciuto una crescita media intorno al 10% annuo nell’ultimo decennio, ma come è di consueto nei paesi africani lo sviluppo non si è ampliato a tutte le fasce sociali, come dimostra il 167° posto  nella classifica riguardante il PIL pro-capite.

L’impressione generale, quindi, è che la crescita dell’economia etiope sia ancora riservata a una fetta ristretta di popolazione, in una sorta di contrasto sempre più netto tra la ricchezza emergente e una base di povertà assoluta.

Fullasa si trova nella regione del Sidamo, a sud del paese al confine con Kenia e Somalia.

E’ un territorio prevalentemente montuoso e molto arido.  L’area è caratterizzata da condizioni climatiche calde con piogge irregolari che causano frequenti episodi di siccità. La gente  è davvero povera, lotta quotidianamente per le necessità di base: cibo, acqua, medicine ed istruzione.

L’agricoltura è di sussistenza, basata su coltivazioni stagionali.  Molti bambini si dedicano all’allevamento del bestiame. Malnutrizione, malattie e analfabetismo sono i gravi problemi a cui le nostre suore cercano di dare risposta attraverso attività formative, educative, pastorali  e di assistenza medica per migliorarne le condizioni di vita.

Nel 2016 l’Etiopia è stata vittima del più intenso periodo di siccità dal 1984, che ha ridotto oltre 10 milioni di persone in stato di carestia, problematica che si è verificata anche  nell’anno 2021/2022 che in aggiunta alla guera nel nord del paese (Tigray) ha acuito ancor di più la povertà e la diffusione delle malattie.

In Etiopia muoiono per complicazioni legate al parto più di 830 donne al giorno:

  • solo per il 60% delle gravide è disponibile un’assistenza qualificata durante il parto;
  • meno del 40% ricevere le cure necessarie dopo aver dato alla luce il bambino.

 Le ragioni per lo scarso approccio alle cure post-parto sono varie:

  • le stesse donne non lo ritengono necessario, consueto;
  • le strutture sono troppo lontane dal loro villaggio;
  • quelle presenti non hanno attrezzature adeguate o personale qualificato.

 I dati globali indicano che nel 2015 circa 6 milioni di bambini di età inferiore ai 5 anni sono deceduti.

Il 45% nel primo mese di vita, più dell’85% per infezioni o malnutrizione, a causa della malaria o in conseguenza di una polmonite.

 La clinica di Fullasa è una delle tredici strutture elitarie della diocesi di Hawassa. L’afflusso dei pazienti è di circa 100 al giorno.

 Malnutrizione acuta, malaria, diarrea, tifo, scabbia ed epilessia, sono le principali cause di morbilità e mortalità nell’area.

Secondo il rapporto finanziario della clinica degli ultimi 7 anni le entrate coprono il 73% circa delle spese sostenute. Le suore che vi lavorano in prima persona chiedono il nostro aiuto per l’approvvigionamento delle  medicine in particolare per l’epilessia molto diffusa e, il cui costo non viene coperto dal governo come per altri farmaci per esempio per la malaria o l’HIV.

 La cura di un mese per ogni paziente è salito da 30 birr (meno di 1 euro) a 300 birr (5,80 euro)!

Considerando che quasi la totalità della popolazione di Fullasa vive con meno di 1 euro al giorno, è praticamente impossibile per gli epilettici curarsi senza un aiuto. Chiedono anche un contributo per garze, cotone, reagenti per gli esami di laboratorio, guanti, aghi e filo di sutura, tutto ciò che è di uso quotidiano per l’assistenza ai pazienti.

 OBIETTIVI E BENEFICIARI:

L’obiettivo principale è migliorare la qualità e l’accessibilità ai servizi sanitari delle comunità più vulnerabili, in particolare nel bacino di utenza di Fullasa che insieme ai villaggi rurali nei dintorni conta più di 25.000 persone, di cui la maggioranza donne e bambini.

Quotidianamente l’afflusso di pazienti è di circa 100. I malati di epilessia registrati alla clinica sono oltre 450.

 COSTO DEL PROGETTO:  

Il costo che la clinica sostiene annualmente per l’approvvigionamento di medicine e materiale sanitario è un totale di 48.800 euro circa. La Fondazione si impegna a tenere aperto il progetto e inviare periodicamente un aiuto.

Come sempre le offerte sono comprensive del 7% di spese di gestione e amministrazione).